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Demenza senile, lo studio rivela che questo ‘dettaglio’ mentre si parla ci fa capire subito se c’è qualche rischio

Sapere se si rischia di ammalarsi di demenza senile può essere davvero importante, c’è un aspetto da non sottovalutare.

La medicina negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e ha reso guaribili che malattie che prima non lo erano, ma nonostante questo la prevenzione resta ancora fondamentale. Le possibilità di superare alcune patologie aumentano infatti se la diagnosi arriva in maniera precoce, prima che il problema raggiunga altri organi.

L’idea di incorrere nella demenza senile spaventa un po’ tutti – (Parafarmaciastore.it)

Questo vale certamente per i tumori, proprio per questo diventa determinante non farsi prendere dala paura e sottoporsi a controlli periodici. Anche se molti potrebbero non saperlo, si dovrebbe avere lo stesso modo di agire anche nei confronti della demenza senile, problema in cui incorrono soprattutto gli anziani ma non solo. Non si può escludere infatti di incorrere nel morbo anche se si è ancora mediamente giovani, anzi in questo caso i sintomi possono peggiorare in modo più veloce.

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La diagnosi precoce, come detto, è indispensabile per aumentare la possibilità di curare molte malattie, ma lo è altrettanto capire se si rientra tra quelle persone che hanno dei fattori di rischio che aumentano le possibilità di incorrere in determinati disturbi. Questo vale anche per la demenza senile, problema che fa paura un po’ a tutti, anche a chi ha una persona cara che ne soffre perché sa come ben presto arriverà il momento in cui non riuscirà più a riconoscerci.

Attenzione a non sottovalutare i cambiamenti nel linguaggio – (Parafarmaciastore.it)

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Aging, Neuropsychology, and Cognition’ a opera di un gruppo di scienziati canadesi ha messo in evidenza come andare incontro a un declino del ritmo del linguaggio possa essere un indicatore più importante rispetto a chi pensa di avere la patologia perché fatica a trovare le parole adatte con cui esprimersi. Si dovrebbe quindi prestare attenzione al modo in cui si parla, come ha sottolineato il neuroscienziato Jed Meltzer, coautore dello studio: “I nostri risultati indicano che i cambiamenti nel linguaggio generale possono riflettere i cambiamenti nel cervello”.

Per arrivare a questa conclusione gli studiosi hanno preso in esame 125 adulti sani di età compresa tra 18 e 90 anni, che sono stati sottoposti a tre test. In uno di questi i partecipanti sono stati chiamati a rispondere alle domande sulle immagini presentate, ignorando le parole che hanno sentito su un auricolare, che mirava a distrarli.

In un altro test invece, i volontari dovevano descrivere due immagini complesse in 120 secondi, mentre nel terzo si puntava a valutare la funzione esecutiva, che è la capacità di gestire le informazioni discordanti, rimanere concentrati ed evitare distrazioni. La perdita di questa competenza è ritenuta associabile alla demenza senile, per questo merita di non essere sottovalutata.

Riuscire a parlare lentamente sarebbe quindi la dimostrazione di come il nostro cervello abbia un rallentamento nelle funzioni cerebrali, segno evidente di come la mente non riesca ad agire come un tempo.

Come eliminare ogni dubbio

In genere ci sono sintomi ben precisi che devono essere collegati alla demenza senile e che dovrebbero mettere in allarme chi li ha. Tra questi possiamo segnalare:

  • difficoltà a seguire una conversazione o a trovare la parola giusta;
  • essere confusi riguardo al tempo e al luogo in cui ci si trova;
  • difficoltà di concentrazione;
  • perdita di memoria;
  • difficoltà a svolgere compiti quotidiani familiari;
  • cambiamenti d’umore.

Qualora questa situazione dovesse essere persistente, è bene rivolgersi a un neurologo, che deciderà se sia necessario sottoporre il paziente a una serie di test neuropsicologici e ad esami neuroradiologici. Sottoporsi a controlli già dopo i 60 anni è inoltre indicato se si ha un familiare che ha avuto il morbo di Alzheimer.

Attenzione, però, a volte le difficoltà nella concentrazione e nella memoria non sono sempre da addebitare alla demenza senile. In alcuni casi, infatti, sono semplicemente da ricondurre a un periodo difficile che si sta vivendo, che può provocare ansia, depressione e insonnia.

Si può comunque agire attivamente per cercare di stimolare la memoria e tenerla attiva anche negli anziani. Questo obiettivo può essere raggiunto facendo attività fisica anche all’aperto (fa lavorare la mente), facendo periodicamente esercizi quali sudoku o parole crociate e attraverso un’alimentazione equilibrata e bilanciata.

Ilaria Macchi

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