CBD: cos’è e quali sono i suoi benefici

Negli ultimi anni, si parla sempre di più di CBD. L’interesse nei confronti del cannabidiolo è frutto dei numerosi provvedimenti normativi che, in giro per il mondo, stanno vedendo protagonista la cannabis. Sulla scia di questi cambiamenti epocali, la scienza sta facendo grandi passi avanti per quanto riguarda la scoperta dei benefici di questo fitocannabinoide.

Isolato per la prima volta all’inizio degli anni ‘40 e finito dopo poco tempo in secondo piano per via della scoperta del THC, il CBD è noto innanzitutto per essere privo di effetti psicoattivi. Se si dovessero elencare le sue differenze rispetto al delta-9-tetraidrocannabinolo, bisognerebbe innanzitutto considerare questo aspetto.

A cosa è dovuto? Per rispondere a questa domanda, è necessario ricordare che i cannabinoidi interagiscono con i recettori del sistema endocannabinoide, una vera e propria rete di comunicazione tra le cellule del corpo umano.

Nel caso del CBD, il legame appena citato si concretizza con i recettori CB2. Il THC, invece, interagisce con quelli CB1 che, nel momento in cui vengono stimolati, permettono di apprezzare il celebre effetto sballo che porta tantissime persone a consumare cannabis.

I benefici del CBD

A cosa serve il CBD? La ricerca, negli ultimi anni, ha permesso di arricchire notevolmente la gamma di risposte a questa domanda. Tra i benefici più noti del cannabidiolo rientra la sua capacità di favorire il controllo di forme blande d’ansia e di aiutare chi fa fatica a prendere sonno. Non a caso, i prodotti che lo vedono protagonista sono stati interessati da un aumento esponenziale delle vendite all’inizio dell’emergenza sanitaria del Covid, quando tutto il mondo si è trovato davanti a un livello di stress mai sperimentato fino a quel momento.

Il motivo per cui il CBD si contraddistingue per questa proprietà riguarda la sua interazione con i recettori della serotonina, l’ormone del buonumore.

Si potrebbero scrivere pagine e pagine in merito ai benefici del CBD. Oltre a quello appena menzionato, è il caso di ricordare l’efficacia antiemetica e anticonvulsivante, per non parlare dell’effetto analgesico. Le peculiarità in questione hanno portato, nel corso degli anni, diverse equipe mediche a scegliere il CBD come soluzione per trattare gli effetti collaterali di percorsi terapeutici come la chemioterapia.

Il cannabidiolo è altresì caratterizzato da un’eccellente attività antiossidante e antinfiammatoria. Queste caratteristiche sono il motivo per cui, al giorno d’oggi, sono sempre più numerose le aziende che commercializzano cosmetici al CBD, ingrediente naturale che può rivelarsi utile contro l’acne e come anti age.

Tipologie di prodotti in commercio

Sono diversi i prodotti in commercio che vedono il CBD protagonista e grazie ai quali è possibile assumere il cannabidiolo. L’olio è senza dubbio il più popolare. I motivi del suo successo sono diversi. Da un lato si ha a che fare con una soluzione a dir poco comoda da gestire. L’olio di CBD, infatti, può essere assunto attraverso un pratico contagocce. Dall’altro, invece, quando si parla dell’olio di CBD si ha a che fare con un prodotto che può avere diversi gradi di purezza. Questo aspetto è molto importante.

Il corpo umano non è in grado di metabolizzare il CBD puro. Ecco perché il fitocannabinoide viene diluito nell’olio vettore (ne esistono diversi, dall’olio d’oliva, a quello di avocado, fino all’olio di cumino nero e all’olio di semi di canapa).

Nei casi in cui si è alle primissime armi con l’assunzione di CBD, è il caso di prendere un olio molto diluito (con un grado di purezza pari al 5%).

Per quanto riguarda le altre alternative che si possono prendere in considerazione per l’assunzione di cannabidiolo troviamo le infiorescenze, ma anche i cristalli. Questi ultimi sono contraddistinti da un alto livello di purezza, motivo per cui sono sconsigliati a chi non ha mai assunto cannabidiolo.

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